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La nostra storia

Il Basket Mestre nasce nel 1958 presso il campetto della chiesa di Sant’Antonio a Marghera. Nel 1959 il presidente Corich chiede ospitalità nella palestra del Dopolavoro Edison (successivamente Dopolavoro Montedison).

La squadra cresce, e gioca già in serie B nella stagione 1961-62 ed ottiene la promozione in serie A (seconda serie) dove però la prima apparizione sarà fugace, in quanto retrocederà l’anno successivo.

Nel 1962-63 il Basket Mestre (Leacril Marghera) giocherà i primi derby (di seconda serie) con la Reyer Venezia.

Le due stagioni 1963-64 e 1964-65 verranno giocate ancora in serie B, nel 1964-65 Mestre si classifica tra le prime del girone (la seconda metà delle squadre di ogni girone retrocede in D), mentre la stagione 1965-66 vedrà la riforma dei campionati e le serie da “A Elite”, “A” e “B” cambieranno in A, B e C, con la serie B in gironi (prima 3, poi 2) e la C (prima con 9 gironi che poi diverranno 5).
Sempre con lo sponsor Leacril la squadra vince il girone C di Serie C 1965-1966 ma perde le finali promozione contro l’Alpan Casale. Il palasport (ex) “C.O.N.I.” di via Olimpia a Mestre, successivamente dedicato a Davide Ancilotto.
Cambiato lo sponsor in Fluobrene, il Basket Mestre fa il salto di qualità con una serie di campionati di vertice nella serie cadetta dal 1969-1970 al 1973-1974. L’allenatore è Augusto Giomo (fino al 1975).

Dopo la prima salvezza raggiunta con tranquillità (8^, 9-13 con 8 pt. di vantaggio sulle spareggianti), nel successivo campionato 1970-1971, con in rosa Giorgio Cedolini (78-100 ai liberi, medaglia d’oro FIP) Mestre si distingue classificandosi al 3º posto (16-6), in lotta fino alle ultime giornate con la Gorena Padova, poi promossa in A.
La stagione successiva 1971-1972 registra il debutto del sedicenne Renato Villalta e Mestre si classifica 4^ (15-7), poi nel 1972-1973 Giorgio Cedolini e Paolo Gracis si trasferiscono a Padova (in serie A) e si registra il debutto di nuovi giovani.
Nel 1973-1974 rientrano Cedolini e Gracis, e con una prima maturazione di Renato Villalta (536 pt.) la squadra mestrina ottiene la promozione in Serie A (18-4), campionato che disputa per la prima volta nel 1974-1975 (A1).
Giorgio Cedolini, decisivo capitano Duco Mestre, ai tiri liberi (9/9), “Batte la Reyer” a Castelfranco il 26.1.75

Già da qualche anno il Basket Club Mestre si era trasferito nel nuovo Palasport di via Olimpia, il “C.O.N.I” (ora intitolato a Davide Ancilotto); in coincidenza con la promozione in Serie A, e in attesa della costruzione del nuovo Palasport Taliercio in via Porto di Cavergnago (soprannominato “paeasseto” dai mestrini), il Basket Mestre (sponsorizzato Duco e poi Vidal) è costretto a disputare le partite interne di massima serie a Castelfranco Veneto (impianto inaugurato nel 1969, sito in via Vittorio Veneto).

Ed è a Castelfranco Veneto che il 26 gennaio 1975 si registra il primo derby ufficiale di serie A1 in casa mestrina, che viene vinto dalla Duco Mestre sulla Canon Venezia per 87-85, con il trionfo di Cedolini (ex Reyer, per 16 anni, poi anche capitano Duco), di Villalta e di tutta la squadra, anche nel successivo ritorno a Mestre (Cedolini a 35 anni: 19 pt. 5-8 da 2 e 9-9 ai liberi, segna i 2 liberi decisivi e VIENE PORTATO IN TRIONFO. IL GAZZETTINO titolò a tutta pagina: “CEDOLINI HA BATTUTO LA CANON IN UN DERBY DRAMMATICISSIMO”.
Quella stagione terminò con la sconfitta agli spareggi del maggio 1975 a Genova (con IBP Roma e Alco Bologna) e la conseguente retrocessione in serie A2.

La due successive stagioni 1975-76 e 1976-77, sponsorizzate Vidal, si conclusero entrambe col 6º posto finale nella prima fase, e sempre con lo stesso risultato (e punteggio, 11-11); nel successivo “girone di classificazione” si classificarono rispettivamente quinti e sesti (6-8 e 5-9).
Nel 1976 Mestre apparve alla ribalta delle cronache poiché aveva ceduto alla Sinudyne Bologna il ventunenne Renato Villalta per la stratosferica cifra – al tempo – di 400 milioni di lire (tra i 3,5 e i 4 milioni di euro, se paragonati al 2012), da cui il successivo soprannome al giocatore (“Mr. 400 milioni”).
Pallacanestro Superga sport Alessandria 1977-78. all. Massimo Mangano, tra i giocatori: 20 Francesco Kunderfranco, 12 Ernesto Cima, 15 Tonino Valentinetti.

Nel campionato 1977-78 il 10 gennaio fu avvicendato l’allenatore Sergio Curinga, sostituito da Roberto Zamarin, ma a fine campionato la Vidal Mestre retrocedette in B (dopo un disastroso girone di classificazione, ottavi con 4-10), le fu poi fatale lo spareggio del 13 maggio con la Mobiam Udine, proprio nel periodo in cui veniva finalmente ultimato il “palazzetto” in via Porto di Cavergnago (oggi Taliercio). Successivamente avveniva la fusione con la neopromossa Basket Alessandria (allenata da Massimo Mangano), sponsorizzata Superga, del patròn Pieraldo Celada (Mestre mantiene quindi i diritti in A2).

Nel 1978-1979 la Superga Mestre ottenne subito la promozione in Serie A1, classificandosi al primo posto; nella squadra militavano Dulaine Harris e Harthorne Wingo, quest’ultimo vincitore nel 1973 del titolo NBA con i New York Knicks. L’anno successivo la squadra retrocesse dopo lo spareggio di Milano presso il Palasport di San Siro contro la Scavolini Pesaro, perso di un punto all’ultimo secondo.
In quell’occasione vi fu il famoso record di tifosi al seguito delle 2 città: 5000 pesaresi al seguito (77 pullman) e oltre 3000 mestrini (39 pullman). A Mestre invece il record di pubblico fu nel 1981 alla festa della promozione (II^) con gli Harlem, dove vi furono 6010 paganti ed oltre 7000 spettatori presenti.

Il campionato 1980-1981 vide l’arrivo di Chuck Jura (lo “sceriffo del Nebraska”) e John Brown, e la successiva promozione in Serie A1 con l´approdo ai quarti nei play-off (sconfiggendo in due partite la Ferrarelle Rieti di Willie Sojourner e Roberto Brunamonti), sfiorando poi la vittoria contro l´Olimpia Billy Milano di Dan Peterson. In quegli anni l’allenatore fu Massimo Mangano ed a Mestre allenarono le giovanili Ettore Messina (responsabile del settore giovanile dal 1980) nonché Claudio Bardini, Andrea Mazzon e molti altri, ed arrivarono gli scudetti delle giovanili: Under 19 nel 1979-1980, Under 15 nel 1980-1981 e 1982-1983, nonché i precedenti Under 15 (1974-1975) e Under 17 (1977-1978), e nel 1983-84 la conquista di quello Propaganda (all. Dalmasson) a completare il roster in tutte le categorie dell’epoca (traguardo raggiunto solo dal Basket Mestre – in soli 10 anni di serie A, per primo – e dall’Olimpia Milano, l’anno successivo).

Nel 1981-1982, sempre con Chuck Jura e John Brown (determinante “calibro 38” a Roma nella partita corsara …) e con altri giocatori quali Andrea Forti, Fabio Colombo, Franz Arrigoni e l’esordio del diciottenne Stefano Teso (che diverrà poi anche capitano), sono appena sei i punti in classifica al giro di boa: la Jesus Jeans Mestre è ultima alla pari con la Bartolini Brindisi. Mestre farà seguire un ottimo girone di ritorno (battendo Varese, Milano, Roma ed altre grandi) fino a raggiungere una buona posizione di centroclassifica ed ottiene la salvezza con una giornata d’anticipo sfiorando i playoff (i risultati negli scontri diretti con la Lattesole Bologna le saranno fatali).

Nel 1982-1983 con l’avvento del marchio Lebole e del funambolico Essie Hollis, la squadra (ridisegnata) venne affidata all’allenatore Moncho Monsalve (che a quei tempi non aveva i requisiti per allenare in Italia, e fu poi sostituito dall’allenatore delle giovanili Claudio Bardini): fu una stagione travagliata che terminò la retrocessione in Serie A2. In quella stagione l’unico successo significativo fu la vittoria contro il BancoRoma con i 22 punti segnati da Paolo Lanza (record personale). La stagione successiva vide l’arrivo di Bill Collins e Craig Shelton e si concluse con l´11º posto in campionato (la sponsorizzazione rimase, ma con importo dimezzato …).

Nel 1984-1985 ci fu l’avvento del marchio Pepper; fu la seconda stagione di Craig Shelton, arrivò Ray Tolbert ed esordì Claudio Pilutti (con la famosa schiacciata in faccia a Joe Bryant).
Il 1985 vide l’arrivo a Mestre di Steve Lingenfelter, che rimase in squadra per 3 stagioni. Nel 1986-1987 la squadra allenata da Gianni Asti sfiorò ben 2 volte la promozione in Serie A1 (sia in campionato che nella seconda fase, gli “scontri diretti” furono fatali nei pari merito).
L’anno successivo (sponsor Cuki) il Basket Mestre fu affidato nuovamente a Massimo Mangano (successivamente tagliato): la squadra dopo molte traversie retrocedette in Serie B1. Quell’anno l’unico acuto registrato furono i 52 punti segnati da Al Wood, nonché la carambola di giocatori stranieri.

La stagione 1988-89 in serie B1 vide il trasferimento dei migliori giocatori e Giovani a Desio (appena acquistata da Celada), a Mestre la squadra fu preparata per l’alta classifica (e forse la promozione), allenata da Giulio Melilla, con vari “vecchi” della serie A ed il ritorno di Fabio Colombo. La stagione però andò malissimo, un calvario con assurde partite perse gettate e la squadra che man mano scivolò nei fondi classifica, perse anche una “partita chiave” nelle ultime giornate e si classificò al terz’ultimo posto (14^-16), retrocedendo.
Nel fine stagione 1988-89, con la retrocessione in Serie B2 e l’acquisto di Celada del Basket Desio avvenuto l’anno precedente (e che nel frattempo era promossa in A1), i diritti sportivi della società vennero ceduti; l’attività ed i giocatori delle giovanili vennero trasferiti a Desio.

Nel 2009 il Basket Club Mestre viene rifondato.
Nella stagione 2010-2011 ha disputato il campionato di Promozione veneta vincendolo (28-2, inizialmente non erano previsti i playoff, ma la promozione diretta della prima), perdendo poi la finale playoff contro il Litorale Nord.
Nella stagione 2011-2012 oltre che disputare il campionato di Promozione, riavvia il settore giovanile, nonché il minibasket.

Il campionato 2011-12, con una strana formula, è stato giocato con alti e bassi e con una squadra “in costruzione” che ha iniziato a carburare da febbraio-marzo, vincendo il girone di recupero e classificandosi settima. Nei playoff ha agevolmente vinto sia i quarti che le semifinali (2-0) e poi nella finale con la “bestia nera” Alvisiana Venezia (con la quale il BC Mestre aveva sempre perso, anche lo scorso anno), dopo una prima “partitaccia” ha finalmente vinto la seconda partita (75-65), e nella “bella” ha anche condotto più volte di 9 – 10 punti (e palla in mano), nell’ultimo minuto sul 63 pari ha perso due occasioni della vittoria, e poi gettato la partita nel disperato supplementare (67-71). Promossa l’Alvisiana.

PRESENTAZIONE BM