Sembra essere tutto pronto per il tanto atteso esordio del Vega Mestre, pronto ad affrontare domenica 29 novembre tra le mura amiche la Falconstar Monfalcone nella prima giornata della serie B 2020/21. Un campionato con una formula atipica rispetto al passato ed un calendario di conseguenza un po’ particolare; peculiarità che, unite alla lunga marcia di avvicinamento verso il debutto, lo rendono anomalo e, allo stesso tempo, sospirato da tifosi e addetti ai lavori. Alla vigilia del match di domenica (PalaVega, ore 18:’00), il punto della situazione non poteva che essere fatto dal condottiero dei Grifoni, alla quarta stagione sulla panchina del Basket Mestre: parola dunque a coach Fabio Volpato. 

Buongiorno coach Volpato! Dopo tanto tempo, si riprende finalmente a parlare di serie B: come vivi queste ore che precedono il ritorno sul parquet per una gara di campionato? 

“Il termine “finalmente” credo sia davvero il più indicato e quello presente nella testa di tutti: giocatori, dirigenti e allenatori. Se si pensa che da marzo, ad eccezione della piccola parentesi di Supercoppa, non si è potuto giocare, si capisce quanto è stata dura questa assenza, tra l’altro contraddistinta da una preparazione estenuante a causa dei continui rinvii. Adesso si giocherà per i 2 punti ed è normale che si risveglino anche certe emozioni. Non sarà facile per nessuno tornare a giocare dopo questo lungo stop e sappiamo che ci attenderà un campionato particolare, con un ambiente surreale e un percorso di avvicinamento decisamente atipico. Alla fine, i valori verranno fuori, ma in una stagione come questa sarà la solidità mentale a fare secondo me grande differenza, soprattutto nella fase iniziale”. 

Sotto tale punto di vista, come sta il Vega Mestre? 

“Per quanto ci riguarda, sappiamo che si deve ancora crescere, tuttavia ritengo che ci siano le basi per fare bene e la giusta consapevolezza sia nei propri mezzi, sia delle difficoltà che la stagione ci metterà di fronte. Sappiamo che il nostro mini-girone ha un tasso fisico e tecnico elevato, come tutti comunque dovremo testare quali saranno le risposte che ci darà il campo”. 

La nuova suddivisione dei gironi rende maggiormente complicato il percorso biancorosso? 

“Per noi sicuramente la strada diventa un po’ più in salita, anche se va premesso che, considerata la situazione sanitaria, la nuova formula non si discute: è logica e di buon senso. Ci attende comunque un cammino più duro rispetto al girone al completo, dato che le squadre del nord-est posseggono un valore medio maggiore rispetto all’altro raggruppamento, dove ci sono un paio di squadre con grandi doti e le altre, invece, più abbordabili. In ogni caso va benissimo così, l’importante è poter tornare a giocare e siamo molto motivati: ogni partita sarà per noi un’opportunità e ogni opportunità andrà aggredita con determinazione e quella carica agonistica necessaria per performare al meglio. Il tutto consapevoli di aver ancora margini di crescita”. 

In cosa secondo te la squadra può ancora crescere? 

“Avendo inserito giocatori nuovi e oltretutto in ruoli chiave, è chiaro che l’affinità vada continuata a migliorare. I test amichevoli e di Supercoppa finora disputati sono stati utili, ma nulla è paragonabile al campionato, dove serviranno grande solidità e un sistema di gioco collaudato. Solo il tempo farà in modo che il “sistema Mestre” si possa sviluppare al meglio” 

Il primo avversario di questa serie B è la Falconstar Monfalcone, compagine affrontata sempre negli ultimi campionati e contendente dei Grifoni pure in Supercoppa Centenario. Come inquadri la formazione goriziana? 

“Si tratta di una squadra che conosciamo molto bene, consolidata e capace di essere insidiosa sia in casa che fuori. Hanno equilibrio e affinità, si trovano ad occhi chiusi e questa è la loro forza principale. Da parte nostra dovremo essere bravi a creare una partita in cui la nostra fisicità, la nostra tecnica, la nostra determinazione possano contrastarli, facendo in modo che soffrano il nostro sistema di gioco. Bisognerà porre l’attenzione nei tagliafuori e negli uno contro uno da contenere: dunque, dovremo essere solidi in difesa per non far attaccare il ferro, limitando molto i loro rimbalzi offensivi. In attacco, servirà aprire spazi ai nostri tiratori sapendo di poter giocare anche dentro l’area, sfruttando al meglio la nostra transizione”. 

A spingervi, non ci sarà il consueto calore del PalaVega. 

“Quando scenderò sul parquet, voglio pensare e immaginare il pubblico sugli spalti, con le bandiere biancorosse che sventolano come ero abituato a vedere e sentire. Certo, non sarà la stessa cosa, ma mi piace pensare che, pur senza i tifosi, il nostro palazzetto sappia comunque esprimere quella magia che ben conosciamo, sostenendoci nei momenti di difficoltà ed esaltandoci quando le cose girano per il verso giusto”.