Seconda uscita del girone di ritorno per il Vega Mestre, pronto a ricevere domenica la Goldengas Senigallia con l’obiettivo di interrompere la striscia di quattro stop consecutivi. Due i punti che separano le due squadre in classifica, reduci da un ruolino di marcia opposto nelle ultime 5 sfide, con i marchigiani (4 vittorie e 1 ko) a quota 8 e i Grifoni un paio di passi indietro e consapevoli di poter compiere l’aggancio in caso di vittoria. Partita più che mai incerta, dunque, per presentare la quale abbiamo dato la parola a coach Fabio Volpato, condottiero della truppa biancorossa. 

Buongiorno coach e grazie per la disponibilità. Dopo quattro passi falsi di fila, qual è la ricetta per uscire da questo momento? 

“Parlare di ricetta forse è un po’ troppo semplicistico, anche se, allo stesso tempo, non dobbiamo pensare che sia tutto difficile. Penso che si debba riprendere il ritmo purtroppo interrotto con la sosta natalizia, nonostante si sia lavorato bene in quelle due settimane; è evidente, però, che l’inerzia favorevole sia venuta meno e che quella fluidità che ci contraddistingueva si sia persa. Di conseguenza, sarà fondamentale recuperare compattezza, forse l’aspetto più importante perché a livello di quanto espresso sul parquet abbiamo sempre dimostrato di giocarcela. Le sconfitte ci hanno condizionato a livello di solidità mentale, divenuta maggiormente labile e che ci porta ad essere troppo tesi nelle fasi calde del match. Ne abbiamo parlato in spogliatoio, ne siamo consapevoli e quindi questo aspetto mi auguro possa essere migliorato, perché a livello di applicazione settimanale la squadra ha sempre risposto nel modo giusto. Non dimentichiamo che due delle ultime sconfitte sono arrivate ai supplementari, significa che ce le siamo giocate sino in fondo e che per svoltare serve pure che le cose ci girino nel verso buono: senza appellarsi troppo alla buona sorte e alla fortuna, significa essere capaci di mettersi nelle condizioni giuste affinché gli episodi decisivi girino verso di noi; significa prestare la massima attenzione in ogni momento, tanto offensivo quanto difensivo. Bisogna dunque riconquistare quella fluidità e quella fiducia che nelle ultime settimane abbiamo parzialmente smarrito, continuando a battagliare come sempre fatto”. 

Domenica arrivano al PalaVega i marchigiani di Senigallia, superati per una sola incollatura nel match del girone d’andata a riprova di come ogni sfida sia sempre molto equilibrata. Come inquadri la partita e come si è allenata la squadra in settimana? 

“Abbiamo già conosciuto la Goldengas e sappiamo quanto sia un avversario rognoso, a livello di rimbalzi, tenacia, mestiere e forza nell’uno contro uno. Non sono per niente una squadra facile, ne siamo consci e quindi bisognerà fare in modo, riprendendo il discorso di prima, che la partita venga verso di noi attraverso l’attenzione ad ogni dettaglio. Sono soddisfatto del lavoro settimanale dei ragazzi, non mancano voglia e applicazione; sicuramente c’è meno spensieratezza, ma fa parte del mestiere ed è comprensibile dopo 4 ko, l’importante è continuare a combattere per invertire il senso di marcia”. 

L’ultima settimana, per l’intero ambiente che ruota attorno al Basket Mestre e a questi colori, è stata purtroppo contraddistinta dalla notizia della scomparsa di Harthorne Wingo. Ne avete parlato e, personalmente, hai un ricordo del centro americano? 

“Certamente la notizia è stata commentata anche tra di noi e in molti hanno apprezzato questo spirito di appartenenza con la tradizione cestistica di questa società, un legame con il passato verso il futuro, un richiamo alla storicità e al cuore di cui la massima espressione è stata forse la commemorazione dei tifosi al Taliercio nei giorni scorsi, un ricordo sentito e più che meritato per un grande campione. Da parte mia, ho un grandissimo ricordo di Wingo, l’ho visto giocare dal vivo in quegli anni ed era davvero un piacere ammirare e apprezzare la sua enorme classe. Con mio fratello e alcuni amici appassionati, il primo ricordo che ci siamo scambiati alla notizia della scomparsa è stato, per tutti, il suo caratteristico gancio con il peculiare passo felpato che lo contraddistingueva, un movimento che fa parte della storia non solo di questa società ma dell’intera pallacanestro italiana che ha avuto l’onore, prima con Cantù e poi con Mestre, di poter vedere all’opera un giocatore che proveniva dall’NBA e dall’anello conquistato con i Knicks. Un campione venuto dall’America per scaldare il Taliercio con la sua classe e la sua eleganza e il particolare affetto che la comunità mestrina prova ancora per Wingo è la riprova di quanto abbia inciso nella storia”.