Fateci caso: basta dire “Dario Maran” ad un tifoso del Vega Mestre e, a questo, gli si illumineranno gli occhi. Merito di quanto fatto in questi otto anni dal numero 10 dei Grifoni con la casacca biancorossa addosso: arrivato poco più che adolescente, ora Dario è divenuto per molti la bandiera del Basket Mestre e i vari soprannomi affibbiatogli dai supporters (da “Ciccio” ad “Arsenio Lupin”) testimoniano tutto l’affetto che la tifoseria gli riserva. È lui il protagonista dell’intervista prepartita, alla vigilia della trasferta con Monfalcone, ultimo appuntamento per i Grifoni in Supercoppa Centenario. 

Ciao Dario! Come domanda d’apertura vogliamo chiederti un’opinione sulle prime due uscite di Supercoppa: due sconfitte, eppure molto diverse tra loro. Come valuti dunque le prestazioni con Cividale e San Vendemiano? 

“Coach Volpato insiste sempre molto su un concetto: il nome dell’avversario non è importante, ciò che conta è riuscire ad esprimerci secondo la nostra idea di gioco. Con Cividale ci siamo riusciti, almeno per lunghi tratti, giocando una discreta partita in cui abbiamo mostrato aggressività in difesa e incisività in attacco. Con Sanve, invece, questo si è visto troppo poco nell’arco dei 40’. In ogni caso ritengo sia normale in questa fase andare incontro ad alti e bassi; del resto, la preseason serve anche a questo, a trovare cioè equilibri e forma per il campionato”. 

Alti e bassi ancor più preventivabili se nei meccanismi vanno inseriti quattro nuovi giocatori. Come procede la loro amalgama nel gruppo e nel sistema di gioco? 

“Il clima in spogliatoio è super e questo è merito anche dei nuovi arrivi, perché si sono dimostrati ragazzi intelligenti e disponibili con cui è facile creare un legame. Ciò, inoltre, ritengo possa essere un vantaggio pure per il loro inserimento nei meccanismi di gioco. Fazioli e Spatti li conoscevo da avversari e un po’ sapevo quali fossero le loro qualità; mi ha sorpreso Rinaldi, un elemento che ha già fatto vedere di avere molti punti nelle mani. E poi c’è Dal Pos, un talento offensivo da “cavalcare” che sarà sicuramente utile alla nostra causa”. 

Domani sarete di scena a Monfalcone. Cosa ti aspetti? 

“Come detto nella prima risposta, il nome dell’avversario conta poco. Siamo chiamati a fare bene quanto ci viene chiesto dal coach in termini di aggressività e “pulizia” della nostra manovra; il tutto, migliorando magari le percentuali in attacco, ad iniziare dai tiri liberi. Non mi so dare una spiegazione per la nostra imprecisione dalla lunetta nelle prime due partite: so per certo, tuttavia, che non possiamo permetterci una stagione in cui tiriamo ai liberi con una percentuale del 50%. Troppo poco, anche perché subiamo molti falli e quindi i viaggi in lunetta dovrebbero rappresentare per noi un vantaggio”. 

Nel frattempo, il campionato si avvicina… 

“Ci alleniamo da fine agosto e dopo due mesi la voglia di iniziare il campionato è tanta. Il clima generale non aiuta, c’è sempre il dubbio possano interrompere tutto, ma da parte nostra c’è un grande desiderio di scendere sul parquet per cominciare la serie B 2020/21, partendo in maniera ben diversa rispetto alla passata stagione”.