Ad accompagnare le cronache delle dirette casalinghe del Vega Mestre c’è da anni l’inconfondibile voce di Filippo Caprioglio, che con competenza e garbo commenta per gli appassionati (non solo biancorossi) i match al PalaVega dei Grifoni. Per l’universo Basket Mestre, tuttavia, Filippo Caprioglio non è solo la voce delle telecronache: membro del CDA dal 2011 in concomitanza con l’arrivo alla presidenza di Guglielmo Feliziani, è inoltre responsabile del minibasket e del settore giovanile biancorosso, nonché figura attiva per molte attività e iniziative della società (ci viene in mente, tra le tante, la collezione di figurine di un paio di stagioni orsono), senza dimenticare la ristrutturazione del PalaVega seguita in veste di architetto, lavoro per cui Filippo e il suo studio Caprioglio sono famosi anche fuori dai confini nazionali. A tutto ciò, se non bastasse, si è aggiunta nelle ultime settimane l’elezione a Delegato Federale della FIP per la provincia di Venezia, ruolo per il quale è stato candidato dalla società risultando poi eletto all’unanimità, a testimonianza dell’apprezzamento attorno alla sua figura da parte degli addetti ai lavori. Con lui abbiamo deciso di svolgere la consueta intervista prepartita, a poche ore dall’importante sfida casalinga contro la Liofilchem Roseto (PalaVega, sabato ore 17:30).

Buongiorno Filippo e grazie per la tua disponibilità. Ci racconti come sei arrivato a seguire le telecronache della squadra?

“È nato tutto abbastanza per caso; inizialmente c’era Carlo Franceschi, il quale una domenica è stato impossibilitato a seguire la partita della squadra. A quel punto serviva trovare un sostituto: “Chi meglio di Filippo, che ha un buon eloquio e conosce il basket?” ha detto il presidente Feliziani. Mi sono dunque trovato dietro il microfono e da lì è cominciato tutto. La mia spalla storica è stata Andrea Bortoluzzi, con cui ancora adesso capita di commentare insieme qualche partita; ultimamente sono affiancato anche da Alberto Bisello, ma negli anni sono state molteplici le ospitate tra le quali ho il piacere di ricordare Nicola Zen. Ormai sono più di 5 anni che ricopro questo ruolo, le partite seguite saranno di sicuro oltre le 100, anzi, penso di essere più vicino alle 150 se contiamo stagione regolare e playoff”.

Non dev’essere facile, da tifoso, cercare di essere il più possibile imparziali.

“No di certo, è forse l’aspetto più complicato interiormente. Quando uno dei nostri la mette, dentro di me vorrei urlare, però va mantenuto un certo aplomb anche per rispetto dei tifosi avversari che comunque ci ascoltano; per cui magari la mia felicità si intuisce, ma è comunque contenuta rispetto a quanto farei trasparire da semplice tifoso. Ci sono state poi alcune cronache non facili, specie in trasferta in certe sfide importanti e sentite: mi vengono in mente Oderzo e Monfalcone, in cui magari c’è stato qualche screzio con i sostenitori avversari. Tutte cose che si sono comunque sempre risolte per il meglio grazie ad un sorriso”.

Immaginiamo non sia facile fare il commentatore specie in stagioni complicate come quella attuale, giusto?

“Sicuramente, direi proprio che si soffre il doppio. Per il mio ruolo all’interno della società, poi, conosco alcuni retroscena, infortuni o dinamiche interne che ovviamente in cronaca non si possono rivelare e che aumentano la sofferenza. Quella attuale è una stagione difficile, con molte situazioni avverse da gestire e non mi riferisco solo alla pandemia; c’è stata sicuramente un po’ di sfortuna che non ci ha agevolato”.

Sorte avversa innegabile, ma seguendo le tue telecronache ci sembra che poche volte tu abbia ascritto i risultati avversi del Vega Mestre alla poca fortuna o agli arbitraggi, volendo invece concentrarti principalmente sul basket giocato.

“Credo di essermela presa con gli arbitri in non più di 3 occasioni in questi anni, solo di fronte a palesi ingiustizie. Per il resto ritengo che nello sport, nella grande maggioranza dei casi, il giudice unico sia il campo e che gli errori, alla fin fine, si compensino”.

In questi anni hai visto passare molti giocatori: qualcuno di loro ti è rimasto maggiormente nel cuore?

“Senza nominare, per correttezza, i giocatori attuali, ne cito tre. Per il talento che ha espresso Eros Chinellato; per l’intelligenza applicata al basket Nicola Boaro; per il cuore e l’attaccamento straordinario alla maglia Marco Prete”

Domani sarai nuovamente dietro al microfono per commentare la sfida con Roseto, una tappa importantissima nella corsa verso la salvezza. Come inquadri il match?

“Sulla carta, guardando anche la classifica, sembrerebbe una partita proibitiva, ma giochiamo in casa e a maggior ragione non siamo sconfitti in partenza, anzi. A mio avviso abbiamo molte frecce nella nostra faretra, bisognerà essere bravi a scoccarle nel momento giusto per colpire. In generale ritengo che i ragazzi abbiano le qualità e le capacità per conquistare la salvezza, non sarà facile ma dobbiamo crederci fermamente”.